Fotografare un mondo che sta affondando
Tra il vasto corpus di opere realizzate da Gideon Mendel negli ultimi quindici anni, spiccano i “Submerged Portraits”: una serie di fotografie sorprendenti che ritraggono persone colpite dalle inondazioni in momenti di immobilità dopo il disastro, in una sorta di limbo creato dall’attesa che le acque si ritirino. Dal Brasile alla Nigeria, dagli Stati Uniti alla Thailandia, passando per Pakistan, India e Regno Unito, le sue fotografie non fanno distinzioni tra i soggetti, proprio come le inondazioni stesse: uomini e donne di culture, origini e classi sociali differenti si fermano davanti alla macchina fotografica, distogliendo momentaneamente lo sguardo dalle loro case allagate e dalla devastazione che li circonda. Pur con pose che potrebbero sembrare convenzionali, il contesto è drammatico e il loro sguardo inquietante. Dal Brasile alla Nigeria, dagli Stati Uniti alla Thailandia, passando per Pakistan, India e Regno Unito, le sue fotografie non fanno distinzioni tra i soggetti, proprio come le inondazioni stesse: uomini e donne di culture, origini e classi sociali differenti si fermano davanti alla macchina fotografica, distogliendo momentaneamente lo sguardo dalle loro case allagate e dalla devastazione che li circonda. Nell’incontro con la macchina fotografica, non sono vittime impotenti, ma soggetti attivi che ci invitano direttamente a testimoniare il loro disastro.
Gideon Mendel è un fotografo sudafricano con sede a Londra. I suoi lavori si occupano di questioni sociali contemporanee di interesse globale. Dopo aver documentato gli ultimi anni dell’apartheid in Sud Africa, ha ampliato il suo sguardo per affrontare le drammatiche e globali conseguenze della crisi climatica.
