Apologia della cargo bike
Non temono l’inverno e il freddo, se la cavano egregiamente sul ghiaccio e contribuiscono a ridurre traffico e inquinamento in un’aria già appesantita da caldaie e stufe a pieno regime. Sopra ci può andare di tutto: bambini, cani, gatti, fioriere, attrezzi e perfino gelati.
Si può viaggiare, trasportare e competere: sono le Cargo-Bike. In Italia se ne vedono ancora pochine, ma nei paesi nordici le biciclette da trasporto sono un oggetto di locomozione sempre più diffuso, soprattutto nelle famiglie con bambini e animali domestici a corredo. Un’apologia della Cargo, oggetto del desiderio in costante e incontenibile ascesa.
Classe 1967, milanese, Alessandro Grisotto ha inforcato la sua prima bici da corsa a 10 anni e da allora non è mai sceso di sella. Ha esplorato tutto il mondo del ciclismo, fino a tre anni fa, quando ha deciso di lasciare la bici classica per dedicarsi completamente alla Cargo. Il suo progetto? Ripercorrere con questo rivoluzionario mezzo tutti i grandi eventi vissuti in passato. “Con la Cargo sono tornato bambino e sto vivendo un nuovo inizio”.
